martedì 26 novembre 2013

TORTA RUSTICA PER CENA

Cosa avete preparato per la cena? Se ancora siete indecisi, eccovi un'idea veloce da realizzare in pochissimo tempo. Si tratta di  una torta rustica economica e saporita: La sfoglia al prosciutto e formaggio.
Io la preparò così.

INGREDIENTI PER 4 PORZIONI

1 Rotolo di pasta sfoglia rotonda
150 grammi di prosciutto cotto a fette
150 grammi di formaggio molle tipo certosa o stracchino
4-5 foglie di radicchio tondo
1 noce di burro/olio
sale, pepe q.b
1 teglia tonda dal diametro di 24 cm

PREPARAZIONE

La preparazione è molto semplice. Per prima cosa lavate e sminuzzate le foglie di radicchio. In un padellino, fate soffriggere una noce di burro e aggiungete il radicchio tagliato molto sottile; aggiustate di sale e un po' di pepe e fate rosolare bene. Lasciate raffreddare.
Intanto prendete la sfoglia e stendetela leggermente con un mattarello. Prendete la teglia e adagiate la sfoglia con la stessa carta da forno presente nella confezione. Ponete al centro della base le fette di prosciutto cotto, leggermente sovrapposte l'una sull'altra e mettete in maniera grossolana le fettine di formaggio (spalmandole) in modo da distribuirle su tutto il prosciutto. Intanto prendete il radicchio cotto e versatelo sulla torta. Richiudete i bordi, in modo che aderiscano sull'impasto e spennellate con un po' di latte.
Mettete in forno a 180° per circa 20 minuti e comunque fino a doratura della torta.
Sfornate e servite tiepida, accompagnata da un'insalata mista.

giovedì 21 novembre 2013

La storia del presepio napoletano

Che il presepio, vi piaccia o meno, che siate cattolici oppure no, di certo un salto nella città che per antonomasia è famosa per i suoi presepi, in questo periodo pre-natalizio, bisogna pur farlo. E allora, se avete un po' di tempo a disposizione, vi consiglio di visitare la più bella via dei presepi, quella di San Gregorio Armeno, nella città partenopea, Napoli.
Ma raccontiamo un po' di storia.
Il presepe napoletano rappresenta la nascita di Gesù ambientato nella Napoli settecentesca, ma l'arte del presepio napoletano è piuttosto antica, infatti le prime rappresentazioni risalgono già all'anno 1024 nella chiesa di S. Maria del Presepe. Tuttavia solo dal XV secolo in poi, nascono gli scultori delle famose statuette del presepe; tra essi abbiamo i fratelli Pietro e Giovanni Alemanno, che nel 1470 crearono le prime statuette della natività. Da allora si alternarono molti scultori e artigiani, fino al 1534 quando a Napoli arriva San Gaetano da Thiene che aveva già lavorato nel presepe di Santa Maria Maggiore a Roma, la cui popolarità divenne ancora più famosa con il presepe allestito all'Ospedale Incurabili.
All'inizio del seicento, ci fu il periodo del presepe barocco, dove al posto delle classiche statuette vi erano dei manichini di stoffa a grandezza umana. Verso la fine dello stesso secolo, il presepio napoletano si arricchisce di teatralità, rappresentando non solo la natività ma anche la vita quotidiana tra le piazze e i vicoli della città. Il sacro si mescola quindi con il profano e così nel presepio troviamo, i nani, le donne con la gobba, le lavandaie, gli osti, i ciabattini, che fanno da cornice all'evento della nascita di Gesù.
Il settecento fu un periodo di grande splendore per il presepe napoletano, in quanto esso uscì dalle chiese per diffondersi nelle case, nelle famiglie e nelle dimore aristocratiche del tempo; le statue di pezza e stoffe, furono trasformate in statuette di terracotta e Giuseppe Sanmartino, uno dei più grandi scultori napoletani del periodo, creò la prima scuola di artisti del presepio.
Il presepio napoletano è un insieme di simboli, dove ogni personaggio, ogni animale, ogni statuetta ha un preciso significato religioso e rappresentativo del vivere quotidiano. Attualmente, pur rimanendo uno dei grandi simboli della tradizione italiana e napoletana nel mondo, è sopratutto uno strumento descrittivo ed identificativo di una comunità che cambia. Ed anche il presepe si è evoluto e si è modernizzato, introducendo al suo interno, nuove statuette che rappresentano i personaggi più in voga del momento, dal mondo dello sport a quello della politica e dell'economia.
Il presepio non è più solo il simbolo della nascita di Cristo, ma è soprattutto un modo per identificare un popolo che lotta per sopravvivere e che nonostante tutto, resta unito.

mercoledì 20 novembre 2013

La nascita del presepio: dalle origini ai giorni nostri

Se nel Nord Europa è diffusissimo il rituale dei mercatini di Natale e nel Nord Italia si stanno diffondendo molti Villaggi e Paesi di Babbo Natale, nel Sud della nostra penisola, vi è una tradizione insuperabile e antichissima: il giro dei presepi.
Ma da dove nasce tale tradizione?
Storicamente i presepi nascono con lo scopo di rappresentare artisticamente la nascita di Gesù, in una stalla di Betlemme. Esso sta ad indicare l'arco temporale che va dalla nascita del bambinello, fino all'arrivo dei Re Magi, il 6 gennaio. I primi evangelisti a raccontare la nascita di Gesù e della Sacra famiglia, furono Luca e Matteo, nel famoso Vangelo di Natale di Luca, che fu divulgato tra le popolazioni cristiane, del 2° secolo dopo Cristo.
Tuttavia, la paternità del Presepio viene attribuita a San Francesco d'Assisi che lo rappresentò, per la prima volta, nel 1223 in un bosco. Da allora, il Papa Onorio III gli permise di uscire dal convento e tutti gli anni di ergere il presepio in una mangiatoia, portando anche un asinello ed un bue e ricreando così la Sacra famiglia. 
Nel 1289, nella Cappella Sistina della chiesa di Santa Maria Maggiore a Roma, Arnoldo da Cambio, costruì in presepio che fu poi donato alla chiesa e che è visibile ancora oggi; esso è sicuramente uno dei più antichi esistenti.
Un periodo fiorente per la realizzazione dei presepi fu poi il Barocco, ad opera dei Gesuiti che fecero costruire fastosi presepi con lo scopo di diffondere la preghiera; infatti essi capirono che il presepio era un potente mezzo di informazione religiosa. In tutte le chiese cattoliche dell' Europa vi fu quindi una rapida diffusione dell'uso del presepe che divenne presto una tradizione consolidata.
Nel diciottesimo secolo il presepio iniziò a diffondersi anche nelle famiglie e non più solo nelle istituzioni religiose; in tutte le case cattoliche, nel periodo del Natale si usava preparare il presepio in ricordo di Gesù.
Con l'avvento dell'illuminismo, per la tradizione dei presepi, fu un brutto periodo in quanto in alcuni luoghi (fra cui la Baviera) i presepi furono vietati e quindi eliminati dalle chiese e portati nelle campagne. Di conseguenza, per tutto il secolo, i contadini continuarono a costruirli, affinandosi nelle tecniche di lavorazione delle statuette in legno. Solo dal 19° secolo in poi, il presepio è ritornato ad essere famoso e costruito dovunque, tanto da far nascere molte Società dei Presepi.
Oggi, fra i presepi più famosi al mondo,sicuramente ricordiamo i Presepi della tradizione napoletana e quindi la famosa via di San Gregorio Armeno, conosciuta come la via dei presepi.

lunedì 18 novembre 2013

Il miele d'acacia: proprietà benefiche

In questo post vorrei parlarvi del miele, in particolare del miele di acacia, molto conosciuto ed apprezzato per le sue tante proprietà terapeutiche. Tra i vari tipi di mieli uniflora è sicuramente il più presente sul mercato commerciale, anche se la sua produzione è strettamente legata all'andamento climatico e alla fioritura dell'acacia. Questo miele così chiamato perchè deriva dall'albero di Acacia; in realtà si chiamerebbe Robinia, ovvero il nome del giardiniere francese che per la prima volta introdusse in Europa, i semi di una pianta proveniente dal nuovo mondo e che poi sarebbe diventata l'acacia, da cui è derivato l'omonimo miele.

Ma perchè questo miele è tanto consigliato? 

Innanzitutto c'è da dire che l'albero di acacia è molto robusto ed imponente e si adatta bene ai vari tipi di terreni; inoltre cresce velocemente e viene spesso usato per rafforzare le scarpate o i terreni franosi.
Ma aldilà della composizione naturale della pianta, quello che maggiormente ci interessa è il miele che da essa ne deriva. Una sostanza ricca di benefici e virtù che ha il vantaggio di essere completamente naturale e quindi privo di ogni conservante. Ha un elevato potere dolcificante ed energetico ed è facilmente digeribile. Inoltre il miele di acacia è ricco di vitamine, proteine, sali minerali e amminoacidi e grazie alla sua composizione a base di zuccheri semplici (glucosio e fruttosio) è facilmente assimilabile dal nostro organismo.

Come si presenta questo miele?

Il miele d'acacia si presenta molto fluido e non cristallizzato, da un intenso sapore dolce ed aromatico. E' particolarmente adatto per dolcificare le bevande in quanto non ne modifica il sapore; molto spesso i pediatri lo consigliano per zuccherare il latte dei neonati o le tisane, da usare quindi in alternativa allo zucchero e soprattutto al posto degli altri tipi di miele che fino ai 12 mesi di vita del bambino, sono sconsigliati. Tale miele, può inoltre, essere utilizzato anche dai diabetici perchè contiene un'alta percentuale di fruttosio che per essere assimilato non richiede all'organismo la produzione dell'insulina.

domenica 17 novembre 2013

Un'idea per la cena, straccetti di pachino, rucola e polenta

Avete già deciso cosa preparare per cena? Avete bisogno di un'idea, veloce e gustosa? Ecco il mio consiglio: gli straccetti di rucola e pomodorini sul un letto di polenta. E' una pietanza unica, molto veloce da realizzare e adatta in questa stagione, grazie all'aggiunta della polenta.
Vediamo come si fa:

Ingredienti per 4 persone:

- 500 gr di carne rossa, tipo fettine di vitello sottilissime
- 100 gr di rucola
- 300 gr di pomodorini pachino
- olio extravergine d'oliva
- 1/2 bicchiere di aceto balsamico
- sale q.b
- 500 gr di polenta precotta (istantanea)

Lavate bene i pomodorini e tagliateli in 2 parti e lavate anche la rucola che terrete da parte. In un tegame mettete 2 cucchiai di olio e aggiungete i pomodorini; lasciate cuocere per circa 10 minuti a fuoco medio. Intanto tagliate a straccetti le fettine di vitello e aggiungeteli al vostro sugo di pomodoro. Aggiustate con un pizzico di sale e dopo circa 5 minuti fate sfumare con 1/2 bicchiere di aceto balsamico. Fate evaporare e lasciate cuocere ancora per qualche minuto. Togliete dal fuoco e aggiungete la rucola spezzettata.
Nel frattempo, in una pentola larga, cuocete la vostra polenta, come indicato nella confezione. Di solito quelle istantanea sono pronte in 10-15 minuti.
Quando la polenta sarà pronta, servitela in piatti piani e guarnitela con il sugo di straccetti e rucola.
Buona cena!!!!!


venerdì 15 novembre 2013

Una pietanza vegetariana: le polpette di tonno

Un'idea per una pietanza tutta vegetariana. Non che io sia una fanatica dei piatti senza carne, ma ieri sera ho preparato le polpette di tonno per cena ed pensato di postare la ricetta sul mio blog. Magari può esservi utile.Vi indico gli ingredienti e la preparazione.

Ingredienti per circa 12 polpette

- 3 patate medie
- 160 gr di tonno in scatola
- 1 uovo
- 1 cucchiaino di burro
- sale e pepe q.b
- pangrattato q.b
- una spolverata di prezzemolo tritato

In acqua fredda appena salata, lessate le patate, per circa 20 minuti e comunque fino a che non saranno morbide e pronte da schiacciare. Nel frattempo in una terrina versate il tonno e schiacciatelo bene con una forchetta rendendolo una poltiglia. Quando le patate saranno cotte, passatele velocemente sotto l'acqua fredda e provvedete a pelarle immediatamente; dopo di che, schiacciatele con l'aiuto di un passaverdura oppure con dorso di una forchetta. Aggiungete la purea al tonno; mettete anche l'uovo, il pizzico di sale, il pepe e un cucchiaino di burro ammorbidito. Amalgamante il tutto e aggiungete il prezzemolo tritato finemente. Mentre mescolate dovete aggiungere il pangrattato, fino a quando il composto non sarà abbastanza compatto da farci delle polpette, circa 12 . 
Intanto, in un piatto piano, mettete ancora del pangrattato e passateci le polpette all'interno. Prendete una lastra, coperta con carta da forno e metteteci sopra le polpette; cuocete in forno a 180° per circa 20-25 minuti. 
Un consiglio: a metà cottura, aprite il forno e con l'aiuto di un pennellino da cucina, intinto nell'olio d'oliva, spalmatelo su ambo i lati delle polpette. Finite la cottura, rigirandole spesso. 
Consumatele calde, accompagnate da una verdura lessa o cruda. Sarà un ottimo pasto, bilanciato e nutriente. 
E poi le polpette di tonno, di sicuro piacciono ai bambini.
Buon appetito!

giovedì 14 novembre 2013

Anche in Italia: i villaggi di Babbo Natale

Da qualche anno, anche nel nostro paese si sta diffondendo una tradizione molto Nord europea, quella relativa al Villaggio di Babbo Natale; e così, in tante regioni italiane, tra novembre e dicembre si allestiscono veri e propri stand fieristici dedicati al vecchio e caro Babbo Natale, così tanto amato dai piccini.
Con  questo post, vi indicherò tre Villaggi fra quelli più famosi, da poter visitare in questo periodo. E, chissà che qualcuno di voi non riuscirà ad andarci.
Partendo dal Piemonte, esattamente a Ornavasso (Verbania), circa a metà strada fra Milano e Torino, viene preparata una grotta e tra gnomi, elfi, troll, si fa visita a Babbo Natale. Qui, in un percorso di circa 1,8 km, sarà possibile vedere il presepe meccanico più grande d'Italia e fare un giro della grotta con la renna express e il trenino lillipuziano. Insomma, un intero viaggio nei cunicoli sotterranei della grotta, dove si giungerà al cospetto di Babbo Natale e dove i bambini potranno consegnare personalmente la loro letterina e ricevere un piccolo dono.
Ecco il link, per avere maggiori info http://www.grottadibabbonatale.it/
Restando sempre al nord, in Veneto si apre Flover, il Villaggio di Babbo Natale che sarà allestito dal 2 novembre fino al 12 gennaio, da ben 17 edizioni. Oltre a rappresentare un villaggio dove i bambini incontreranno elfi, gnomi e tante attrazioni, come ad esempio le case con tetti di biscotto, la neve di glassa e di lecca-lecca, il monte di pandoro. In mezzo ai boschi, si arriverà poi alla famosa casa di Babbo Natale dove i bimbi potranno consegnare la loro letterina. Inoltre potrete trovare tanti spettacoli di animazione e un'area dedicata alla ristorazione.
Altre informazioni: http://www.flover.it/natale/index.htm
Scendendo un po'più giù, in Toscana, esattamente a Montecatini Terme, nelle castello delle Tamerici, è stata ricostruita perfettamente la casa di Babbo Natale, un insieme di luci, colori, divertimento e tanti giochi per i bambini, fra cui il truccabimbi, le mani in pasta, giochi sotto l'albero, stella-stellina e tanti altri ancora. Inoltre, a Montecatini, potrete abbinare la vostra visita a Babbo Natale con una tranquilla giornata alle terme, per rilassare la mente ed il corpo.
Se volete maggiori info: http://www.lacasadibabbonatale.it/
Insomma, nella perfetta atmosfera natalizia, fra luci, decori e profumi di Natale, sarà bello trascorrere qualche giorno fra mercatini, presepi e tante altre novità.
Buon divertimento.

martedì 12 novembre 2013

Radicchio avanzato? fate la crema di radicchio rosso

Come anticipato nel post precedente, ho preparato la pasta con radicchio e speck, ma come prevedevo della pallina di radicchio acquistata, una parte è avanzata. Cosa farne? Allora mi è venuta l'idea di preparare la crema di radicchio rosso da utilizzare successivamente per fare un bell'antipasto: i crostoni con crema di radicchio.

Ecco la mia ricetta per la crema

- radicchio rosso (tondo)
- 2 cucchiai di panna liquida da cucina
- 1 cipollotto
- 1/2 bicchiere di vino bianco
- olio extravergine d'oliva
- sale 

Per i crostoni:

- fette di pane anche raffermo
- olio d'oliva extravergine
- fettine di bacon
- timo fresco

Lavate e tagliate finemente il radicchio rosso. Intanto in una padella fate soffriggere l'olio con il cipollotto tagliato a rondelle e fate appassire. Aggiungete il radicchio e fate cuocere per qualche minuto. Sfumate con 1/2 bicchiere di vino bianco. Aggiustate di sale. Fate cuocere ancora un poco e poi aggiungete la panna. Amalgamate il tutto bene. Quando il radicchio sarà morbido e cotto, togliete dal fuoco e trasferite il tutto nel mixer per frullare. Otterrete una crema densa da poter spalmare sui crostini o da usare per condire un risotto.
Se volete preparare i crostoni, allora tagliate delle fette di pane spesse e irroratele con olio d'oliva extravergine. Mettete sul fuoco un tegame o una bistecchiera in ghisa e fate scaldare. Adagiate sopra le fette di pane e fare abbrustolire. A questo punto, spalmate sui crostoni la crema di radicchio e guarnite con fette di bacon (abbrustolito in padella) e foglioline di timo fresco.
Vi assicuro che sono buonissimi.

Un 'idea per il pranzo: Chicche con speck e radicchio

Una ricetta semplice e veloce, per avere un'idea in più a pranzo. Io la preparerò questa sera. Si tratta delle Chicche con speck e radicchio. Vi scrivo la ricetta, così se ne avete voglia, potete prepararla anche voi.
Chissà quante volte, l'avrete già fatta, ma in questa stagione è davvero il piatto ideale per un pranzo o una cena veloce dove non volete rinunciare al gusto delle pasta in un abbinamento che le rende davvero giustizia; in gusto amarognolo del radicchio e quello saporito e croccante dello speck. Insomma un perfetto abbinamento di sapori.
Ecco la mia ricetta:

Ingredienti per 4 persone

- 360 gr di  chicche della nonna (ovvero gnocchetti piccoli, ma potete anche scegliere un altro tipo di pasta meno pesante);
- 1 pallina di radicchio rosso;
- 100 gr di speck;
- 1/2 cipolla;
 - 1/2 bicchiere di vino bianco;
- olio extravergine d'oliva;
- sale e  pepe q.b
- 1 bustina di zafferano (facoltativo)

La preparazione è molto semplice. Per prima cosa lavare e pulite bene le foglie di radicchio, lasciandole per qualche minuto in acqua e bicarbonato. Poi asciugatele su carta assorbente e tagliatele a striscioline molto sottili. Tagliate nello stesso modo anche lo speck. Nel frattempo in una padella piuttosto larga, dove poi farete anche saltare la pasta, aggiungete l'olio, la cipolla tritata e fare soffriggere. Quando la cipolla sarà dorata, aggiungete le fettine sottili di speck e fate rosolare insieme; dopo qualche minuto mettete anche il radicchio. Sfumate ora con il vino bianco e lasciate evaporare.
Intanto, mettete la pentola con l'acqua e il sale  per cuocervi la pasta. Se il vostro sugo di radicchio si dovesse asciugare troppo, potete aggiungere qualche mestolo di acqua di cottura della pasta. A bollore buttate dentro le chicche (o quello che preferite) e portate a cottura.
Scolate la pasta e versatela nel preparato di radicchio e speck.
Aggiustate di sale e pepe e fate saltare insieme.
Un tocco in più: io aggiungo anche una bustina di zafferano, che faccio sciogliere in mezzo bicchiere di acqua di cottura della pasta. Poi mentre pasta e sugo si amalgamano insieme, aggiungo il liquido.
Buon appetito

domenica 10 novembre 2013

I NO che aiutano a crescere

Con questo post vorrei ricollegarmi al precedente, dove introducevo l'argomento legato all'adolescenza ed approfondire, facendo una riflessione: quali sono i No che aiutano a crescere?
Innanzitutto diciamo che, noi genitori "moderni" (e mi ci metto dentro anch'io) siamo forse una generazione incapace di dire NO ai nostri figli. Sarà colpa delle tante teorie sull'ascolto attivo, dei nuovi modelli educativi basati sull'empatia, del fatto che abbiamo sempre meno tempo da dedicare ai nostri figli e pertanto ci facciamo perdonare accontentandoli spesso, insomma siamo diventati totalmente permissivi, sposando la teoria del "tutto è permesso" e dimenticandoci che a volte, i NO sono necessari per la stessa crescita dei figli. Vediamo alcune situazioni in cui i NO, sono fondamentali:

1) Da un punto di vista psicologico i divieti rappresentano quei cancelli invalicabili con cui cerchiamo di difendere i nostri figli da pericoli che loro non sono ancora in grado di avvertire. Il NO in questo caso è una sorta di protezione che fanno sentire al sicuro i bambini, anche se nel momento in cui lo diciamo, lui/lei strillerà e scalcerà a più non posso!

2) Il NO, ovvero il divieto di non fare un qualcosa, deve avere una giusta motivazione e non va fatto per ritorsione. Se un bambino fa un qualcosa di sbagliato è giusto punirlo con un NO (per esempio non facendolo giocare con un giocattolo a lui/lei particolarmente caro, oppure vietando l'uso della televisione) ma il nostro NO deve essere finalizzato a quel comportamento che una volta corretto, va premiato. Insomma un "rinforzo" positivo se il suo comportamento migliora.

3) Il NO, come senso di orientamento per i figli. Infatti i bambini/adolescenti che ricevono solo consensi positivi, nessuna regola e tanta libertà di poter fare e disfare, crescono disorientati, senza nessun riferimento, praticamente nel vuoto più assoluto. Questo non permetterà loro di avere una crescita equilibrata ed una giusta maturazione.

4) I NO, come fondamentale palestra di vita. Se davvero vogliamo insegnare ai nostri figli le regole della società in cui viviamo, allora dobbiamo iniziare con l'insegnare loro le regole della famiglia in cui sono inseriti. I NO, sono quindi i limiti oltre i quali non è consentito andare e rappresentano anche il prezzo che dobbiamo pagare per i nostri sbagli, grandi o piccoli che siano. Il bambino, poi adolescente e futuro uomo della società civile, saprà come bisogna vivere, nel rispetto di se stesso e degli altr
i.

sabato 9 novembre 2013

Genitori e figli adolescenti: come comportarsi?

Ho deciso di scrivere questo post, in seguito alle tante vicende di cronaca che sempre più spesso vedono coinvolti giovani adolescenti e a tale proposito, vorrei fare un'analisi di quello che secondo me, è il punto focale della situazione, ovvero l'adolescenza: un cammino difficile e pieno di problematiche.
A questo proposito, senza voler scendere in dettagli psicoanalitici, vorrei solo esprimere alcuni consigli su come gestire il rapporto con i figli adolescenti.
Partiamo dicendo che l'adolescenza è una fase particolare della crescita nel quale il figli - dapprima timidi e a volte introversi - diventano all'improvviso scontrosi, ribelli, incomprensibili. Tutto ciò genera inevitabilmente dei forti conflitti, soprattutto generazionali. Perché, per quanto ogni genitore si possa dire moderno ed al passo con i tempi, resta pur sempre lontano da quel mondo, non più bambino e nemmeno adulto che il figlio/a sta vivendo. Infatti, in questo periodo i ragazzi sentono di non essere più bambini (il primo segnale è il corpo che cambia) ma non sono nemmeno degli adulti, per cui vivono come in una specie di "limbo" alla ricerca della loro identità. La voglia di diventare grande, la ricerca di una maggiore autonomia e libertà, è solo uno dei tanti conflitti che nascono con i genitori. A tutto ciò, si aggiunge il fatto che non hanno la piena maturità e coscienza di ciò che sta accadendo e quindi, gli adolescenti, sono soliti commettere errori, pur non intenzionali.
Ma come occorre comportarsi con loro? Purtroppo non esiste una regola fissa, che possa essere sempre seguita alla lettera e garantire dei risultati. Si possono, tuttavia, mettere in atto alcuni tentativi, al fine di migliorare il rapporto fra genitori-figli e di stabilire un clima sereno in famiglia.
Quello che mi sento di consigliare è di evitare l'autorità quanto piuttosto favorire un clima di autorevolezza. Ciò significa che è inutile imporre ad un figlio adolescente delle regole senza un margine di trattativa (tipo: qui si fa come dico io!) perché potremo rischiare o di rendere nostro figlio "ubbidiente" ma senza nessuna consapevolezza (in pratica un automa) o peggio ottenere da lui l'effetto contrario, ovvero stimolare ancora di più la sua ostilità, ribellione e rabbia.
Tuttavia nemmeno un atteggiamento troppo accondiscendente può andare bene, perchè in tal caso il figlio crede di poter vincere sempre, senza nessuna fatica o senza merito e tenderà a fare sempre così anche da adulto. Inoltre non giungerà mai ad avere un giusto grado di maturazione e responsabilità, credendo che nella vita tutto gli è dovuto.
Ricordatevi sempre che la troppa libertà senza regole fa male, ma le troppe regole, divieti e paletti non permettono ai giovani di crescere, di fare le loro esperienza, i loro sbagli e di imparare da questi.
Il giusto compromesso è una via di mezzo, ovvero motivare i nostri figli a "mettersi in gioco" se davvero vogliono qualcosa. Insegnare ai ragazzi  lottare per i loro diritti e a rispettare le regole e i doveri.
E' importante stabilire delle regole, frutto di trattative e compromessi maturi (ma pur sempre legati all'età dell'adolescente) che vanno comunque rispettate, da ambo le parti.
Lasciate che i vostri figli crescano, anche commettendo degli errori; date loro la giusta libertà per imparare conoscere la vita ad li fuori della protezione di mamma e papà, ma siate pur sempre la loro ombra invisibile, pronti ad intervenire nel momento del bisogno.
Gli adolescenti credono di essere già adulti ma hanno ancora un terribile bisogno di protezione, soprattutto in una società, piena di pericoli, come quella in cui stiamo vivendo.
In sintesi: sappiate dire un NO secco e deciso quando si tratta di proteggere l'adolescente da quei pericoli che lui non percepisce; affiancatelo nelle scelte importanti che deve fare, senza sostituirvi alla sua volontà ma pronti ad esserci nel momento del bisogno e infine imparate a dire SI, quando è necessario incoraggiarlo ad assumere decisioni che lo faranno crescere.
Un genitore dovrebbe essere in grado di fare tutte e tre queste cose.

venerdì 8 novembre 2013

Una dolce colazione: cornetti alle mele

Un' idea per sorprendere i vostri bambini a colazione: preparate dei semplicissimi ma gustosi cornetti di sfoglia con ripieno alle mele e di sicuro, la mattina inizierà con un sorriso. La ricetta è molto facile da preparare e potrete farla poco prima della colazione, oppure anche la sera prima. Tuttavia la sfoglia è particolarmente buona se mangiata croccante.

Eccovi la mia ricetta per 8 cornetti:

- 1 rotolo di pasta sfoglia (rotondo)
- 1-2 mele verdi (oppure la qualità stark)
- mezzo limone (il succo)
- 1 cucchiai di zucchero di canna
- 15 gr di burro
- 1 rosso d'uovo (per spennellare)
- zucchero a velo q.b

Per prima cosa lavate, pulite e tagliate a cubetti le mele. Mettetele in un piatto con il succo del limone.
Nel frattempo in un tegame fate rosolare il burro e aggiungetevi le mele. Dopo alcuni minuti, aggiungete un bicchierino di succo di mele (oppure un pò di liquido ottenuto dalle mele macerate nel limone). Quando le mele vi sembreranno cotte ma ancora intere (non devono diventare molli), spegnete il fuoco e aggiungete il cucchiaio di zucchero di canna (colmo). Mescolate insieme e poi lasciate raffreddare.

Intanto srotolate la pasta sfoglia e stendetela leggermente con un matterello (mettete un po di farina). Tagliate la pasta sfoglia, con una rotella tagliapasta,  ricavandone 8 triangolini.
A questo punto prendete ogni triangolino e mettetevi al centro una parte del composto di mele che avete preparato. Arrotolate partendo dal lato più grande fino ad arrivare alla punta, creando quindi un cornetto a mezza luna. Chiudete bene i bordi e spennellate con l'uovo; in alternativa potete usare il latte.
Infornate su una lastra con carta da forno, per circa 15-20 minuti a 180°.
Spolverate con zucchero a velo e servite.

La tendenza per i capelli quest'inverno: come portarli?

Un post dedicato sicuramente alle mie amiche: quale sarà la tendenza per i capelli quest'inverno? Si sa che noi donne abbiamo un rapporto particolare con i nostri capelli; li amiamo ed li odiamo allo stesso tempo, li vorremo sempre in ordine ma poi non abbiamo il coraggio di tagliarli.
Insomma un vero stress, ad ogni shampoo, messa in piega e colore.
Ma come saranno le tendenze autunno-inverno 2013/14?
Adesso si spiego cosa vedremo in giro....e in testa:
Partiamo dalle colorazioni; il Castano è sempre il protagonista assoluto, con le sue sfumature di caffè, nocciola, cacao e mogano; gettonato anche il biondo (intramontabile) dalle tinte miele, cenere, e sfumature varie (da evitare il biondo platinato!). Un compromesso tra i due colori è sicuramente il rosso nelle sue sfumature tendenzialmente calde (non il rosso acceso) tipo il rame.
Assolutamente "fuori" tendenza sono i nero corvino, blu notte, rosso fuoco e come già detto biondo acceso. Vanno bene i colpi di sole (o di luce) ma con striature sottili e colori caldi e morbidi.
Insomma, per quest'inverno il viso dovrà essere contornato di luce e colore ma tenue; un colore che dovrà solo ammorbidire i lineamenti e non evidenziarli.
E per i tagli? Molto di moda le sfilature soft e le linee pari, con frange arrotondate intorno al viso.
Ritornano di moda le trecce, che regalano non solo acconciature sbarazzine per le giovanissime, ma conferiscono anche quel delicato gusto retrò, che a volte non guasta.
Ed infine una parola a favore dell' Ombre Hair, che è stato il protagonista indiscusso di quest'estate e che ritorna in voga ma con uno stacco di colore fra le punte e le radici molto meno netto.
Buona acconciatura a tutte.....

giovedì 7 novembre 2013

Ricetta originaria dello STRUDEL alle MELE

Se avete deciso di trascorrere un bel weekend e visitare uno dei tanti Mercatini di Natale, allora non potete non assaggiare un dolce tipico del periodo che troverete sicuramente nei Mercatini di Natale del Nord Italia e in quelli dell'Europa che però , negli ultimi anni, si sta diffondendo molto anche in altre regioni. 
Sto parlando dello STRUDEL DI MELE, la cui origine pare sia legata alla Turchia e poi da lì, importato in Alto Adige, diventando il dolce per eccellenza di questa zona. 
In questo post, vi indicherò la ricetta base e la preparazione, così che ovunque voi stiate, ne possiate gustare la sua prelibatezza.

INGREDIENTI PER LA BASE

- 200 g. di farina
- 100 g. di burro
- 50 g.di zucchero
- latte q.b.
- pizzico di sale.
- zucchero a velo

RIPIENO

- 500 g. di mele affettate
- 100 g. di zucchero
- 50 gr di uva sultanina
- un pizzico di cannella


PREPARIAMO LA SFOGLIA:
C'è chi preferisce acquistare la pasta sfoglia già pronta (è più comodo) ma io vi indicherò la ricetta base per preparare la sfoglia originale che avvolge il ripieno dello Strudel. 
E' molto semplice: impastate il burro, con l'uovo, la farina ed il pizzico di sale; aggiungete a filo,  il latte tiepido. Amalgamate bene il tutto fino a formare una pasta morbida che terrete in frigo per 15 minuti.  Dopo di che, stendete la pasta su un piano e cospargetela di farina (per non farla attaccare) e tiratene una sfoglia sottile, all'interno della quale mettere il ripieno, composto dalle mele affettate sottili, uvetta, zucchero e cannella. Arrotolate la sfoglia facendo attenzione che non si rompa (questa è la parte più difficile dello strudel) e facendo aderire bene i bordi. Spennellate tutta la superficie con un uovo (solo il rosso, o in alternativa un po di latte) e infornate per circa 45-50 minuti in forno caldo a 180°. 
Sfornate, fate raffreddare e cospargete di zucchero a velo. 

Lo strudel tuttavia presenta molte varianti. Questo appena elencato è il classico alle mele, ma a seconda della provincia trentina in cui lo mangerete, potrete trovare delle varianti e quindi l'aggiunta di nocciole, pinoli, mandorle, fichi secchi nel ripieno. 


Dall'Europa una bella tradizione: i mercatini di natale

Sono mancata per qualche giorno, ma eccomi di nuovo qui, pronta a scrivere quest post in cui vi parlerò dei tanto attesi ed ammirati MERCATINI DI NATALE. Come ogni anno, dalla fine di novembre e per tutto dicembre, molte piazze italiane si vestiranno di decori e luci, per accogliere l'evento tradizionale dei mercatini natalizi. Ma questa, che non è assolutamente una tradizione italiana, da dove nasce?
Vi racconto un pò della loro storia: il primo mercatino natalizio vede la sua comparsa nell'anno 1400, a Dresda (Germania) dove qualche settimana prima del Natale, alcuni commercianti ed artigiani del luogo si erano riuniti per vendere i loro prodotti e manufatti che ricordavano il periodo dell'avvento. Da allora, molte città del nord Europa hanno sempre ripetuto questa festa tradizionale, mentre in Italia essa è arrivata solo negli anni 90 e la prima città ad ospitare i mercatini fu Bolzano, in Trentino Alto Adige. Non a caso, questa regione è particolarmente rinomata per i suoi mercatini natalizi.
Tuttavia, negli ultimi anni, percorrendo tutta l'italia, da Nord a Sud ed anche nei paesini più piccoli, la tradizione dei mercatini di natale si è molto diffusa, diventando un vero e proprio business.
Ma quali sono i più belli?
NORD ITALIA
In Trentino Alto Adige si parla della cosiddetta Via dei Cinque, ossia i 5 mercatini che in assoluto sono i più famosi: Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico e Vipiteno. In ognuno di questi, potrete trovare prodotti tipici locali, sia di artigianato che gastronomici (davvero buoni gli spiedini di frutta al cioccolato!) e acquistare souvenir a articoli natalizi fatti a mano. Fra questi citati, sicuramente quelli di Bolzano e Bressanone sono i più grandi e conosciuti anche all'estero.

CENTRO ITALIA
Non molto famosi fino a qualche anno fa, attualmente in molte regioni del centro Italia, i mercatini stanno diventando una bella abitudine da visitare durante il periodo pre-natalizio. Vi posso segnalare un piccolo paesino sulle colline romagnole ma al confine tra la Toscana e le Marche, Sant'Agata Feltria, famosa per la fiera del tartufo. Seppur non è famoso come quelli del nord , il Mercatino di Natale che viene allestito in questo paesino, è sicuramente molto accattivante. Comunque anche in Abruzzo (Teramo) e in alcune province delle Marche come Ancona, Pesaro, Urbino, oppure in Umbria, per esempio a Città di Castello, potrete trovare dei mercatini di Natale piccoli ma carini.

SUD ITALIA
Nel Sud dell'Italia, i mercatini più famosi si trovano a Monopoli nella provincia barese e sempre in Puglia abbiamo ancora Terlizzi e Conversano. In Campania oltre Napoli, altri mercatini di Natale verranno fatti nelle zone del beneventano ed avellinese, mentre in Sicilia molto rinomati sono quelli di  Siracusa ed Erice, dove sarà possibile fare acquisti fino alla vigilia di Natale.
Insomma in tutta l'Italia sarà possibile visitare il mercatino di Natale, più adatto alle vostre esigenze; la vera differenza verrà fatta dal panorama che troverete intorno. E' ovvio che pensando al Natale, ci lasciamo incantare dalle splendide vette innevate del Nord Italia.




lunedì 4 novembre 2013

Le zuppe disintossicanti

Parliamo di zuppe. Dopo questo lungo weekend dei Santi Morti, dove magari qualcuno ha mangiato un po di più (cosa che accade sempre durante le giornate di festa) ora è arrivato il momento di rimetterci "in riga" e magari purificarci dei cibi troppo calorici ingeriti.
In che modo? Semplicemente facendo una settimana a base di zuppe. Se fossimo stati in estate vi avrei proposto una bella insalata di stagione, ma essendo ormai a novembre, credo che sia più opportuno magiare verdure cotte, piuttosto che crude.
Ecco che le zuppe, sono degli ottimi rimedi per depurare e disintossicare l'organismo.
In questo post, vi illustrerò alcune zuppe da poter preparare e consumare durante questa settimana.

LA ZUPPA DI CAVOLO

Sono sincera, non è la mia preferita, ma devo ammettere che il cavolfiore (questo è il periodo migliore per consumarlo) ha effetti davvero miracolosi. Infatti la zuppa di cavolo, se accompagnata da frutta e cibi leggeri è un vero e proprio disintossicante. Vediamo come prepararla, (con questi ingredienti preparate una zuppa da utilizzare tutta la settimana)

- 1 cavolo

- 6 cipolle,

- 2 peperoni,

- 1 costa di sedano,

- 2 carote

-1 patata

Mettere tutte le verdure lavate e tagliate in una pentola con circa 3 litri d'acqua; aggiungete una scatola di pomodori o 300 gr di pomodorini freschi. Potete aggiungere un dado vegetale e tante spezie a piacere, come noce moscata, curry, cumino. Quando il tutto sarà cotto, dovete frullarlo nel mix e salarlo leggermente.
L'ideale sarebbe consumarne una tazza al giorno per circa una settimana, accompagnata da cibi leggeri e tanta frutta. Niente grassi e zuccheri.

LA ZUPPA DI AVENA E SOIA

Questa è sicuramente una zuppa molto gustosa che potrete preparare in alternativa alla prima: si tratta di due ingredienti: avena e salsa di soia. E' ottima per sentirvi da subito "leggeri". Ecco di cosa abbiamo bisogno:
Le dosi sono per 2 persone.

- 8 cucchiai di fiocchi d'avena

- 2 carote

- 2 cipolle

- 2 coste di sedano (oppure 1 grande)

- 2 cucchiai di salsa di soia

In una pentola, preparate un brodo vegetale con carote, sedano e cipolle (tutte tagliate a pezzi) e poco sale; quando saranno cotte (circa 20 minuti) toglietele e schiacciatelo (oppure usate il mix) in un piatto a parte. Nel frattempo tostate in una padella i fiocchi d'avena e quando saranno tostati e fumenti aggiungete il brodo preparato prima. Fate sfumare per qualche minuto e poi aggiungete il passato di verdure. Insaporite con la salsa di soia.

LA ZUPPA CATALOGNA

E' adatta soprattutto dopo le grandi abbuffate perchè ha un alto potere disintossicante e purificante. Ecco gli ingredienti, per una sola porzione.

-60 g di catalogna
-60 g di scarola
-60 g di finocchio
-1 pezzetto di porro
-1/2 spicchio di aglio
- 1 cucchiaino di olio di Miso

Tagliate e lavate le verdure e fatele insaporire con uno spicchio d'aglio e un pochino d'olio d'oliva. A parte preparate un brodo vegetale con un dado ma senza glutammato. Quando le verdure saranno insaporite, aggiungete il brodo. Fate cuocere ancora per circa 15-20 minuti. In un bicchiere di brodo che avrete conservato sciogliete il Miso (è in alternativa al sale). Mischiate il tutto nella zuppa e aggiustate con un pochino di pepe.
Mangiatela calda.




domenica 3 novembre 2013

Ritrovare il proprio benessere

Ma la domenica non è solo una giornata da dedicare alla famiglia e alle pulizie, ma anche un momento da dedicare a sé stesse (parlo di noi donne!).
Cosa c'è di meglio che una bagno rilassante e un po di coccole per il proprio corpo?
Eccovi, mie care amiche, qualche consiglio in merito.
Per prima cosa, attrezzativi un'area relax: ovvero il vostro bagno. Lasciando il resto del mondo fuori, rinchiudetevi nella vostra stanza da bagno e iniziate a riempire con abbondante acqua calda (37° circa) la vostra vasca. Cospargete all'interno dei sali da bagno (di qualsiasi fragranza preferite); accendete qualche candela profumata. Immergetevi per almeno 20 minuti. Terminate il vostro bagno con un getto di acqua fresca sulle gambe che vi darà un immediato senso di sollievo alla stanchezza quotidiana.
Asciugatevi e iniziate il secondo trattamento: la crema.
E' fondamentale dopo aver fatto un bagno o una doccia, trattare la vostra pelle con un'abbondante spalmata di crema. In questo particolare periodo (invernale) dove la nostra pelle è particolarmente esposta agli sbalzi termici (freddo-caldo), è opportuno usare una crema nutriente-emolliente, sia per il corpo che per il viso.
In commercio ve ne sono tante, e potete scegliere fra varie marche, anche completamente naturali (in erboristeria).
Un consiglio: la crema nutritiva è perfetta per nutrire appunto la pelle particolarmente secca, quella emolliente e addolcente e ottima se la pelle oltre ad essere secca è anche arrossata e "tira". Ma se volete davvero una buona soluzione allora fate così: mescolate insieme una crema nutritiva ed una idratante, in un mix che potrete usare tutti i giorni.
Ed ora tocca al viso; una maschera nutritiva che potrete tranquillamente preparare anche in casa. Mescolate insieme yogurt bianco (2 cucchiai), miele (1 cucchiaio) e olio d'oliva ( 1 cucchiaino). Stendete sul viso per almeno 20 minuti. Rimuovete con un batuffolo di cotone.
E dopo aver curato il corpo, curate anche la vostra mente.
Una gustosa tisana disintossicante alle erbe, un buon libro, un sottofondo di musica che più vi piace, il telefono assolutamente spento e....il resto del mondo lontano da voi.
Ritrovate il vostro benessere dedicandovi del tempo!


Ricetta della domenica: la torta della nonna

E' domenica e voi, siete in casa. Nessuna uscita, ne gita fuori porta. Il pomeriggio è ancora lungo. Cosa fare? Perché non preparate una bella torta? Eccovi la ricetta di una classico dolce, intramontabile: la torta della nonna. 
Pare che l'origine di questa torta sia ligure o toscana e che ricordi le nonne di una volta, che usavano prepararla proprio per festeggiare la domenica. La ricetta è molto semplice, ma il risultato sarà un successo.
La TORTA DELLA NONNA si compone di 2 parti: pasta frolla e ripieno di crema, con un decoro di pinoli.

INGREDIENTI per la frolla, circa 8 porzioni:

- 500 gr di farina;
- 250 gr di burro ammorbidito;
- 3 uova intere (medie/grandi);
- 200 gr di zucchero bianco;
-1/2 bustina di lievito per dolci (pane angeli)

Prepariamo la pasta frolla, mettendo su una spianatoia, la farina ed al centro il burro a pezzettini, le uova, lo zucchero ed il lievito. Impastate velocemente ed energicamente, fino a formare una palla.  Fate riposare in frigo per mezz'ora circa.

INGREDIENTI PER IL RIPIENO

- 500 ml di latte;
- 3 uova;
- 150 di zucchero; 
- 50 gr di farina;
- 1 buccia di limone non trattato

Nel frattempo preparate la crema. In un pentolino dai bordi alti, mettete lo zucchero con le uova; aggiungete la farina e la buccia di limone grattugiata. Infine incorporate il latte a filo e mettete il tutto a cuocere su fuoco, non troppo forte. Mescolate bene fino a che la crema non si sia addensata, ma senza formare i grumi.
Lasciatela raffreddare.

COMPOSIZIONE DELLA TORTA

A questo punto togliete la pasta frolla da frigo e dividetela in due parti, ricavandone 2 dischi. Con il primo disco, andrete a foderare una teglia (diametro 22-24) imburrata e leggermente infarinata, facendo bene aderire sui bordi. Versate all'interno il composto di crema raffreddato. Richiudete con il secondo disco di frolla. Unite i bordi perfettamente.

DECORAZIONE

- 100 gr di pinoli
- zucchero a velo q.b

Cospargete la superficie della torta con i pinoli ed infornate a 180° per circa 35-40 minuti. La cottura dipende dal vostro forno. La torta dovrà essere dorata e morbida all'interno.
Fate raffreddare e spolverate di zucchero a velo, prima di servire la torta.

Buon appetito!





sabato 2 novembre 2013

La depressione infantile

Quante volte abbiamo sentito un giovane adolescente dire frasi, tipo: "sono triste","non c'è nulla che vada bene", " sono annoiato", " voglio stare da solo".....e cose del genere? Da qualche anno infatti, sta emergendo una nuova forma depressiva, quella che colpisce l'infanzia, ovvero la depressione infantile, una volta pressoché sconosciuta.
E' bene sapere che la depressione è un disturbo caratterizzato da un persistente stato di tristezza che può durare mesi o addirittura anni e, che può manifestarsi a qualsiasi età nel corso della vita. Quindi anche da giovanissimi. Certo è strano pensare ad un adolescente, nel momento più florido e spensierato della sua vita possa essere depresso. Intanto le statistiche ci rivelano dati inquietanti: circa il 2 % dei bambini in età scolare (fra i 6 e i 12 anni) mostrano sintomi di depressione, che con la pubertà, tendono ad aumentare al 4 % complessivamente. Inoltre da una ricerca statunitense è emerso che negli ultimi decenni  i tassi di suicidio tra gli adolescenti hanno continuato ad aumentare, tanto che il suicidio è la terza causa di morte tra i giovani d'età compresa tra i 15 e i 24 anni. Molto probabilmente alla base di questi suicidi o tentativi, c'è un male oscuro della mente: la depressione.
Continuando a parlare dei giovani, pare che le ragazze siano più soggette a soffrire di depressione rispetto ai coetanei maschi e che questa disparità fra i sessi duri poi per tutta la vita. 
Ma perchè un bambino o un adolescente si ammala di depressione? Il primo mito da sfatare è la falsa credenza che i bambini devono per forza essere sereni e felici e quindi non diamo il giusto peso a sintomi quali tristezza, malinconia, apatia dello stesso. 
Solitamente si pensa che la depressione sia il risultato di un evento traumatico o di una forte delusione; ma spesso l'evento drammatico non avviene o almeno non è così evidente per un genitore. In realtà, bisogna considerare oltre ai fattori biologici anche quelli emotivi ed evolutivi: una serie di eventi (tranquillamente gestibili dagli adulti) potrebbero risultare insopportabili o difficili per un bambino o un adolescente, tale da innescare un disturbo depressivo. 
Tuttavia, quando un bambino soffre di depressione, ci invia dei segnali piuttosto chiari che un genitore o un insegnate dovrebbe essere in grado di interpretare: è spesso silenzioso, vive in uno stato di tristezza, parla del suicidio o afferma di sentirsi meglio se morisse, si dimostra molto irritabile, è palesemente svogliato a scuola o a casa e non mostra più interesse a frequentare gli amici, potrebbe avere disturbi del comportamento. Tali episodi di depressione nei bambini possono durare  in media 6-9 mesi ma in alcuni soggetti durano ininterrottamente anni.
E' fondamentale riconoscerne i sintomi e intervenire in tempo, per poter uscire dal tunnel depressivo. Attualmente, sono due principali i sistemi di cura per adolescenti depressi che hanno dimostrato efficacia: la psicoterapia e la farmacoterapia. In entrambi i casi è opportuno consultare sempre uno specialista. 
Il ruolo della famiglia e degli amici è molto importante per un adolescente depresso, ma è sbagliatissimo cercare di farlo reagire e colpevolizzarlo perchè non riesce ad uscirne fuori da solo. 
Dobbiamo ricordare che la depressione è una malattia che annulla la volontà. 


venerdì 1 novembre 2013

La festa dei morti: come si festeggia nelle regioni italiane

Il lungo weekend dei Santi Morti, è iniziato. Per tutto lo stivale, dal Trentino Alto Adige fino alla Sicilia, ogni regione festeggia con proprie usanze e tradizioni questa festa. Vi racconterò, in questo post, alcune delle tradizioni più carine che abbiamo in Italia.
In Friuli Venezia Giulia come anche in gran parte delle città della Lombardia, la tradizione vuole che la sera del 1 novembre venga lasciato sul davanzale della finestra o in cucina (dipende appunto dalle città) un pezzo di pane, dell'acqua e un lume acceso proprio per favorire il passaggio dei morti che si pensa possano ritornare nelle loro case e quindi dissetarsi e sfamarsi. Nel cremonese, ma credo anche in tantissime altre città, si ha l'usanza di alzarsi presto la mattina del 2 novembre e rifare i letti, per permettere alle anime dei cari defunti di trovare riposo. In Trentino, Piemonte e Val d'Aosta, si usa far suonare le campane per richiamare le anime e poi lasciare una fiaccola davanti casa per permettere loro di ritrovare la strada. Infine, nelle case si lascia per tutta la notte la tavola imbandita con un coperto per il defunto che vi fa ritorno. In Abruzzo invece oltre a lasciare il lume acceso (che è un rituale presente un po in tutta l'Italia) i bambini si mettono a dormire dormire portando con se dolci, fave e confetti che simboleggiano il legame tra le vecchie e nuove generazioni.
Una particolare usanza è quella della Val d'Ossola, dove le famiglie, dopo aver cenato si recano al cimitero per lasciare la casa vuote al passaggio dei morti che ritornano.
In tutte le regione d'Italia, si fa visita al cimitero e si organizzano processioni.
Dovunque, in questi giorni si confezionano dolci particolari che solitamente si mangiano solo in questo periodo, per esempio: in Liguria si usa preparare fave secche e castagne bollite considerate il "bene dei morti"; mentre in Umbria ma anche in tante altre città, si preparano gli stinchetti, ovvero le ossa dei morti.
Al sud, in particolare in Puglia si pensa che i Morti ritornino nelle loro case nella notte fra il primo e il due novembre per restarci fino a Natale. Mentre in tante altre zone del meridione, questi giorni di festa sono sentiti particolarmente dai bambini che ricevono doni e leccornie a base di frutta secca e dolci per premiarli del loro buon comportamento. Infatti, nei pressi dei cimiteri, vengono allestiti mercatini di giocattoli e dolci, che ricordano l'atmosfera natalizia.
In Campania, è questo lo dico per esperienza personale, si usa preparare il Torrone dei morti, un torrone morbido a base di cioccolato che qualcuno chiama anche i morticelli, per la loro forma di bara; ma anche torroni bianchi  a base di zucchero e mandorle. E poi si visitano i cimiteri allestiti per l'occorrenza con bancarelle di fiori, dolciumi e giocattoli.
E, voi, come lo state ricordando questo giorno?