giovedì 31 ottobre 2013

Le pagine di Giuly: Le origini della festa dei Morti

Le pagine di Giuly: Le origini della festa dei Morti: Halloween è appena trascorso ma gli italiani, in questi giorni festeggiano un'altra ricorrenza importante, i defunti morti . Vi siete m...

Le origini della festa dei Morti

Halloween è appena trascorso ma gli italiani, in questi giorni festeggiano un'altra ricorrenza importante, i defunti morti. Vi siete mai chiesti, quale sia l'origine di questa ricorrenza? Perché festeggiamo Ognissanti e i Morti? Se siete curiosi, allora leggete questo post.
L'idea di commemorare i defunti nasce dall'ispirazione di un rito bizantino che celebrava tutti i morti il sabato prima della domenica che precedeva di due settimane l'inizio della quaresima di solito fra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio. Nella chiesa latina il rito viene fatto risalire all'abate benedettino Sant'Odilone di Cluny nel 998: con la riforma cluniacense fu stabilito che le campane dell'abbazia dovessero suonare con rintocchi funebri dopo i vespri nel giorno del 1 novembre di ogni anno. Da quel momento tale rituale fu esteso alla chiesa cattolica, che ne ufficializzò la festa con il nome di Anniversarium Omnium Animarum, nel XIV secolo. Tuttavia, la scelta della data 2 Novembre non è casuale.
Infatti le sue origini sono piuttosto remote e si fanno risalire alle antiche civiltà che usavano ricordare gli antenati defunti proprio del periodo tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre. Questo è anche il periodo in cui pare avvenne il Grande Diluvio, come indicato dalla Genesi, e quindi la costruzione dell'arca di Noè, ovvero il 17° giorno del mese che ricadeva appunto a novembre.
Inoltre pare anche che la festa dei Morti sia stata introdotta anche per onorare le persone che Dio aveva annientato e quindi scongiurare altri eventi simili. Insomma la storia della nascita di questa commemorazione resta sospesa fra religione e leggenda.
Sta di fatto, che mentre in molti paesi del nord Europa, proprio in queste ore si sta festeggiando Halloween, l'Italia si prepara a commemorare i propri defunti e tutti i Santi. A questo proposito, in tante regioni italiane si festeggia, mescolando insieme tradizioni popolari e religiosità, secondo i propri riti cristiani e pagani insieme. Tra visite ai cimiteri e bancarelle con dolciumi di ogni tipo, ognuno di noi, nel proprio cuore scrive un pensiero per chi ha tanto amato ed ora, non c'è più.

Questo è il mio pensiero

ANGELI

Questa notte
accenderò una bianca luce 
nel mio cuore,
per voi...miei cari, 
volati via troppo presto.
E resterò ad aspettare,
seduta ai margini della mia vita,
che possiate ritrovare la strada 

per giungere a me.
E sentire,
ancora una volta,
sul mio corpo tremante
quel respiro d'amore.


(G. Passante, dedicata a chi in questa notte

 aspetterà gli Angeli del cielo, giungere in terra)

Frittelle dolci di Halloween

Per festeggiare Halloween, non fate mancare sulle vostre tavole, un dolcetto alla zucca. 
Ecco la ricetta:

FRITTELLE DI ZUCCA DOLCI

INGREDIENTI PER 40-50 PORZIONI CIRCA

250 gr di farina

500 gr di zucca

160 gr di zucchero

4 uova

2 scorze di arancia

1 cucchiaino di lievito per dolci

zucchero a velo o semolato q.b


PREPARAZIONE

Per prima cosa dovete tagliare a pezzi la zucca e avvolgerla in un foglio di carta stagnola, che metterete a cuocere nel forno (180°) per circa 30/40 minuti e comunque fino a che risulti morbida. 
Una volta cotta, la dovete frullare nel mixer e ridurla in crema. 
Intanto in una terrina, mescolate lo zucchero con le uova e sbattete energicamente. Unite la zucca frullata, la scorzetta di arancia, la farina (setacciata) e infine il lievito. Amalgamate bene.

COTTURA

In una pentola dai bordi alti, mettete abbondante olio (quello per frittura) e fate riscaldare. Nel frattempo, con il composto che avete preparato andate a formare delle palline (aiutandovi con due cucchiaini) e fatele cadere nell'olio. 
Appena saranno belle dorate, adagiatele su un foglio di carta assorbente e spolverizzate con lo zucchero a velo o quello semolato (dipende dai vostri gusti).
Un tocco di golosità: potete anche spolverare con cacao o cannella.
Servitele calde.

....Buona festa a tutti!!!!!
Giuly


mercoledì 30 ottobre 2013

Un disturbo dell'ansia: il disturbo ossessivo compulsivo

Per concludere i post sulla depressione e sull'ansia, vi voglio parlare di un ultimo argomento correlato ai precedenti: il disturbo ossessivo compulsivo, comunemente conosciuto come DOC.
Secondo la definizione data dal DSM IV, tale disturbo, piuttosto frequente, rientra nei cosiddetti disturbi d'ansia caratterizzati dalla presenza di ossessioni e compulsioni, oppure solo dall'uno o dall'altro. La sua incidenza è molto elevata, infatti il tra il 2 e 3% della popolazione ne soffre; il che significa che su ogni 100 bambini nati, 2 o 3 di essi potranno essere colpiti da DOC.
Prima di imparare a riconoscere i sintomi e le cause, vi farò una distinzione fra OSSESSIONI e COMPULSIONI. Le prime sono pensieri, immagini mentali o impulsi che si manifestano in maniera ripetitiva nella mente di un soggetto, che li percepisce come sgradevoli. Questi fenomeni involontari sfuggono al controllo della persona, la quale (essendo molto infastidita da ciò) mette in atto tutta una serie di rituali per poterli eliminare dalla propria mente. Invece le COMPULSIONI sono una serie di comportamenti che il soggetto mette in atto per ridurre il senso di disagio o per rispondere ai pensieri ossessivi che gli ricorrono nella mente.
Faccio un esempio: Il pensiero ossessivo potrebbe essere la convinzione che tutto intorno a me è sporco o pieno di germi; la compulsione è l'atto di lavarmi sempre e continuamente le mani per ovviare a questo disagio. La compulsione viene messa in atto per ridurre l'ansia provocata dal mio pensiero ossessivo.
I sintomi quindi sono piuttosto chiari, ovvero si riconosce un pensiero ossessivo-compulsivo, quando questo è ripetuto durante l'arco della giornata e quando comporta una sofferenza che deteriora le normali attività sociali, lavorative e affettive di una persona.
Come tutti i disturbi psichiatrici, le cause non sono ancora del tutto note ma è probabile che abbiano una natura biologica, psicologica e sociale. In tal senso la letteratura scientifica, ci indica come probabili cause alcune particolari situazioni, per esempio il troppo senso di responsabilità durante l'infanzia, oppure un'educazione troppo rigida o una forte rigidità morale, che pare sviluppino un senso di colpa nella persona tale da predisporla al disturbo.
La terapia più adatta per venirne fuori è di tipi farmacologico e una terapia cognitivo-comportamentale. In ogni caso va interpellato un professionista in grado di aiutare il soggetto.
E' bene non trascurare i sintomi ed intervenire in tempo sul problema. Le statistiche prevedono un tasso di guarigione tra il 50 e l'85%.

Rimedi naturali contro l'ansia

Dovo aver trattato ampiamente l'argomento riferito all'ansia, vorrei con questo post indicarvi alcuni rimedi naturali per poterla affrontare o quanto meno "tenere cotto controllo". Vorrei specificare che sto parlando di sporadici attacchi di ansia e non certo di un'ansia patologica, la quale come già detto nei precedenti post, richiede trattamenti specifici e l'aiuto di persone competenti.
Solitamente durante le situazioni ansiose una serie di ormoni dello stress, fra cui l'adrenalina si mettono in circolo, facendo aumentare il battito cardiaco. Il nostro corpo, per deviare l'andamento del sangue, lo respingerà verso i muscoli ed il cervello. Gli zuccheri del sangue saliranno, mentre i succhi gastrici subiranno un drastico calo. Di conseguenza avvertiremo quel senso di sudorazione e tremore. Insomma, stiamo semplicemente subendo un attacco d'ansia, una risposta biologica a ciò che sta accadendo intorno a noi. Tuttavia, come già detto (ma preferisco ripeterlo sempre) se la vostra ansia è occasionale (non cronica) allora in erboristeria potrete trovare diversi rimedi naturali per combatterla. Vi darò qualche consiglio in merito.  L' Avena, la Verbenia, il Luppolo, la Valeriana, sono tutte piante indicate per lenire e calmare il sistema nervoso; il Tiglio è ottimo come antispastico per la tensione muscolare; la Lavanda, l' Hypericum perforatum, sono adatte alla cura della depressione; la Passiflora è ottima contro l'insonnia, e infine vi vorrei segnalare gli studi fatti sul Kawa.Kawa, una pianta del Pacifico i cui principi attivi sono simili al Valium, quindi un anti-ansia del tutto naturale.
E per finire, se proprio volete tenere sotto controllo la vostra ansia, allora è bene seguire alcuni consigli, quali: limitare l'uso di caffeina, curare bene la vostra alimentazione (la carenza di alcune vitamine e minerali possono stimolare l'ansia) e fare dell'attività sportiva, che rilassa i muscoli e la mente.
Ma se il problema dovesse continuare o ripetersi con episodi frequenti, allora è bene rivolgersi ad uno specialista in campo.

martedì 29 ottobre 2013

Il disturbo d'ansia: il 6% degli italiani ne soffrono

In un post precedente avevo iniziato col parlare dell'ansia e dei disturbi ad essa collegati. In questo articoli, invece vorrei soffermarmi sui sintomi e le cause. Dalle statistiche è emerso che il 6% degli italiani soffrono di disturbi d'ansia e la maggior parte di loro, crede di essere un caso isolato. Invece è bene sapere che non è così. Il vero problema è che chi soffre del disturbo d'ansia o di una forma di ansia patologica , fa di tutto per non farlo sapere agli altri, nasconde la propria patologia e non si lascia aiutare.
Le cause dell'ansia posso essere diverse, infatti esistono varie teorie in merito: c'è chi sostiene che l'ansia abbia una componente biologica ovvero derivi dalla modificazione di alcuni neurotrasmettitori, presenti nel nostro sistema nervoso; tali trasmettitori sarebbero: la serotonina, la noradrenalina e la gaba. Altre teorie invece associano l'ansia ai conflitti psichici già esistenti in noi.  Tuttavia, la causa dell'ansia resta ancora oggi oscura. Sicuramente le caratteristiche emotive legate alla personalità di ognuno di noi, possono portarci a vivere o meno situazioni di ansia; ma questi episodi, talvolta anche occasionali  e sporadici non vanno confusi con l'insorgere dell'ansia come patologia psichica. Infatti, in tal caso, l'ansia va riconosciuta e curata in maniera oculata, per evitare conseguenze spiacevoli.
Senza voler entrare in un campo prettamente scientifico, diciamo che il Disturbo d'ansia generalizzato (GAD) è una diagnosi molto frequente fra i pazienti che soffrono d'ansia patologia e consiste nel sentirsi costantemente in una situazione di apprensione, (per un periodo superiore ai sei mesi). Questa situazione deve essere accompagnata da almeno 3 sintomi, fra questi: irrequietezza, tensione muscolare, insonnia, grande fatica, difficoltà di concentrazione. A questi vanno associati anche dei sintomi fisici, che solitamente sono: palpitazione, nausea, vertigini, disturbi della vista, coliche, emicrania, tremori.
Le soluzione per combattere l'ansia sono diverse, ma per prima cosa bisogna imparare a riconoscerne i sintomi; è importante parlarne con persone competenti per cercare di capire se il disturbo è patologico oppure solo passeggero. Soprattutto è fondamentale non isolarsi dal resto del mondo, perché solo condividendo il proprio malessere si può giungere ad una soluzione adeguata ed efficace.

Combattere l'influenza con l'alimentazione

Causa dei continui cambi di stagione, anche quest'anno arriva puntuale l'influenza, che costringerà milioni di italiani a letto a combattere, tra febbre e raffreddore. Purtroppo i bambini saranno quelli che maggiormente risentiranno di questi malanni. Nel peggiore dei casi saremo costretti a ricorrere a cure mediche ma intanto possiamo fare qualcosa per prevenire i danni dell'influenza, iniziando a curare la nostra alimentazione e preparandoci all'attacco dei virus.
Dalla natura ci vengono in aiuto tutta una serie di rimedi naturali, ma è proprio partendo dal cibo che possiamo iniziare a prenderci cura di noi stessi. Quindi, via libera ai prodotti di stagione, quali frutta (arance, mandarini, melograno) che contengono un buon quantitativo di vitamina C, ma anche verdure a foglia larga, crude o cotte, e alimenti contenenti omega 3 e grassi polinsaturi, come il pesce (un esempio ne è il salmone oppure il pesce azzurro).  Per i carboidrati è preferibile consumare quelli integrali, che sono maggiormente ricchi di fibre.
Tuttavia esistono anche dei supplementi nutrizionali in grado di aiutarci ad affrontare meglio le influenze stagionali e l'eventuale post-influenza. Per esempio la Vitamina A che in sinergia con lo Zinco stimola le difese immunitarie; il Magnesio che ha la capacità di rallentare il processo virale e ridurre l'infiammazione ed infine la Vitamina C che è un potente antivirale in grado di attivare i linfociti necessari per combattere l'influenza.
Ma se ciò non dovesse bastare, allora in natura abbiamo ancora delle erbe in grado di aiutarci, che sono: l'Euchinacea che stimola l'apparato linfatico e immunitario e la Rosa Canina ricca di vitamina C. Potete acquistarle in erboristeria sotto forma di infusi o tisane.
Prestando maggiore attenzione alla nostra alimentazione, possiamo quindi attivare il nostro sistema immunitario e rafforzarne le difese necessarie a combattere i mali di stagione, senza dover ricorre ai medicinali o ai vaccini antinfluenzali.

L'importanza della vitamina D

Vi siete mai chiesti quanto sia importante la vitamina D per la nostra salute? Ne conoscete abbastanza? Cercherò con questo articolo di spiegare a cosa serve e come si produce tale vitamina. Da un punto di vista storico, la scoperta della vitamina D risale al 1919, quando fu scoperto che i bambini affetti da rachitismo, guarivano se esposti alla luce ultravioletta. Da allora fino al 1930 furono fatte numerose ricerche e alla fine si arrivò ad identificare la struttura di tale vitamina. 
Pertanto la vitamina D è una sostanza essenziale per il nostro organismo che si assume con l'esposizione diretta al sole; infatti un'esposizione corretta e per un tempo sufficiente di almeno 20 minuti al giorno, per 4 giorni a settimana, permette alla nostra pelle di produrre fino all'80% del suo fabbisogno. Tuttavia in alcuni casi, quando non basta, bisogna integrarla  con la dieta e con i farmaci. 
Una volta che questa vitamina è stata assimilata e trasformata essa si comporta come un ormone e regolarizza le diverse funzioni del nostro organismo.
Ma a cosa serve? la sua funzione fondamentale è quella di aiutare il calcio a fissarsi nelle ossa, ma è importante anche per i muscoli, occhi, cuore, polmoni e il proliferarsi delle cellule.
Senza volerci addentrare in definizioni tecniche, diciamo che vi sono delle situazioni in cui si registra una carenza di vitamina D. Infatti non sempre abbiamo la possibilità di esporci in maniera corretta al sole (più ci allontaniamo dall'equatore e meno ne assimiliamo)e poi  tra l'autunno e la primavera l'intensità delle radiazioni sono meno forti e quindi ne produciamo molto meno. 
Purtroppo sono pochi gli alimenti che contengono un quantitativo sufficiente di vitamina D, tra cui abbiamo: olio di fegato di merluzzo, pesci grassi come salmone e aringhe, latte e derivati, uova, fegato e verdure verdi. Ma è bene sapere che dall'alimentazione riceviamo solo il 20% del nostro fabbisogno. Il resto sarà solo il sole a poterla fornire. 

Colloquio di lavoro: la psicologia del colore fa la differenza

Ecco una notizia curiosa. Da una recente ricerca, fatta nell'ambito delle selezioni lavorative è emerso che durante un colloquio di lavoro, quello che resta impresso di noi, non è tanto il nostro curriculum vitea o quello che diciamo, quanto piuttosto la nostra immagine. Si parla quindi di psicologia del colore, che pare stia invadendo il mondo lavorativo fino a collocarsi come pilastro fondamentale per poter conquistare il "posto" di lavoro.
Avete mai sentito parlare di questo particolare ramo della Psicologia? Cercherò allora di spiegarvi di cosa si tratta.
Gli studi sul colore e sulla loro influenza nella nostra vita, sono piuttosto conosciuti. Credo che ognuno di noi sappia che ogni colore ha un preciso significato; vi illustrerò quelli maggiormente utilizzati, come per esempio il Rosso che simboleggia l'amore e la passione. il giallo che indica la gelosia, l'arancione che esprime gioia e buonumore, il blu che indica calma, armonia e fiducia, mentre il verde che rappresenta la natura la crescita e la fertilità.
Pertanto la psicologia del colore è quell'ambito della psicologia che descrive il significato psicologico oggettivo delle varie tonalità.
I colori assumono un significato diverso, sulla base di ciò che simboleggiano. 

Sempre secondo la ricerca effettuata, durante un colloquio di lavoro, la prima impressione è quella che resta impressa nella mente e negli occhi del selezionatore.  E' ovvio che un aspetto ben curato, sia per gli uomini che per le donne è fondamentale per una buona presentazione di se stessi, ma secondo gli studi della psicologia del colore, la tonalità dell'abbigliamento farà la differenza. Per gli uomini è importante vestirsi di blu, che simboleggia la serietà, la precisione, l'intraprendenza e la capacità di lavorare in gruppo. Meglio invece, evitare il nero (troppo serioso),  il bianco (indica la poca capacità di svolgere lavori manuali) e le tinte troppo forti. Le donne sono più fortunate perchè possono oscillare fra almeno quattro diversi colori: nero, bianco, rosso e blu. Evitare invece il verde e l'azzurro che sono considerati poco operativi e i colori sgargianti, che non sono molto professionali. 
In sintesi, la nostra presenza fisica (quindi l'insieme dell'aspetto curato, di un trucco sobrio, di un abbigliamento adeguato nei toni e di un buon portamento) sarà la nostra carta vincente, forse più della formazione universitaria o delle esperienze lavorative.
Bisogna provare!

lunedì 28 ottobre 2013

Da dove nasce la poesia?

Vi piace la poesia? Se siete appassionati di questa magnifica arte o semplicemente curiosi di scoprirne l'origine, allora non potete perdere questo post, dedicato appunto al mondo della poesia.
Quando parliamo di poesia ci riferiamo all'antica arte di trasmettere un messaggio, un’emozione, un sentimento che non viene espresso solo con le parole ma con l’armonia dei versi, la musicalità, la scioltezza con cui riusciamo a trasmettere le nostre emozioni. Tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo preso in mano un foglio e una penna e provato a scrivere, anche solo poche parole da dedicare a qualcuno, ma non tutti poi sono riusciti davvero a comporre una poesia. In realtà, scrivere una poesia di 10 versi è forse anche più complicato che scrivere un romanzo di 100 pagine. Vi chiedete perché? La risposta può sembrare banale, ma quando scriviamo una poesia, dobbiamo racchiudere e concentrare in poche parole tutto quello che abbiamo nella mente e nel cuore e riuscire a trasmetterlo agli altri, a chi ci sta leggendo.
La poesia è dunque un percorso “intimo” che ognuno fa con se stesso; essa rappresenta il nostro mondo interiore e nascosto che viene messo a nudo dai versi che scriviamo. Quindi, essendo una parte così intima e segreta, così nascosta al resto del mondo, non è detto che tutti la possano comprendere.
Forse questo è uno dei primi motivi, per cui il mercato editoriale della poesia non è mai uno dei più floridi, rispetto alle altre forme espressive artistiche. 
Ciò nonostante chi sente di avere dentro sé “l’arte dello scrivere” e riesce a creare la perfetta armonia tra  le emozioni e i versi, allora dovrebbe dare spazio a questo talento, per far in modo che tutti possano goderne.
E. infine se posso darvi un suggerimento, sono due le regole da seguire per scrivere una poesia:
1. Per prima cosa cercare l’ispirazione osservando il mondo che ci circonda: una giornata di sole, un temporale inaspettato, una nevicata fuori stagione, il canto degli uccellini a primavera, l’odore dei fiori di campo mentre facciamo una passeggiata, tutto è ispirazione. In ogni cosa che osserviamo, che viviamo, che assaporiamo, vi è la giusta ispirazione per poter scrivere una poesia. 
2. Il secondo consiglio è “ascoltare” dentro se stessi. La vera poesia l’abbiamo dentro di noi, nel nostro intimo, nelle emozioni celate, nei ricordi passati, nel dolore che abbiamo provato e nella gioia delle cose semplici che ci circondano.

Ansia: le donne soffrono più degli uomini

Sono circa otto milioni gli italiani che soffrono di ansia, di cui almeno quattro milioni i depressi e gli altri divisi fra insonnia e traumi da post-stress. Da una recente statistica si è visto che "la crisi" che ci sta attanagliando non ha fatto altro che peggiorare le cose. Infatti, pare che le persone con maggiori difficoltà economiche e sociali soffrono di attacchi d' ansia e depressione il doppio rispetto agli altri. Inoltre ad essi è correlato il maggior abuso di alcool. I dati, offerti dal Presidente della società italiana di psichiatria, mette in evidenza come le donne siano più a rischio degli uomini, con un tasso di sofferenza psichica del 40% nelle fasce meno abbienti e del 27% nelle altre.
E' molto importante riuscire a riconoscere per tempo questi disturbi e poter intervenire prima che sia troppo tardi. Fra le problematiche più frequenti, connesse ai disturbi mentali vi è sicuramente l'attacco d'ansia di cui le donne soffrono il doppio degli uomini. 
Ma cos'è l'ansia?  In psichiatria essa è intesa come una vera e propria malattia sociale, in cui l'individuo normale è costretto a confrontarsi con le proprie capacità; sono situazioni vissute con disagio derivante da un'incombente minaccia alla propria integrità fisica e morale che potrebbe trovare risoluzione solo nella fuga. 
Vorrei inoltre fare una distinzione fra "ansia e paura", spesso confuse tra loro. A differenza dell'ansia che è endogena e si configura come attesa di un pericolo indeterminato, la paura è un reazione esogena, di fronte ad un pericolo obiettivo e individuale, quindi coscientemente riconosciuto. Tuttavia l'ansia diventa spesso paura, è ciò accade quando la minaccia ignota tende, nel tentativo di risolversi, a concretizzarsi su un concetto e diventare probabilità e certezza. L'ansia infatti può diventare cronica e creare dei disturbi fisici e psico-somatici, tanto che chi ne soffre, vive costantemente nel dubbio e nel timore, sempre accompagnato da cefalea e da disturbi del sonno.
L'ansia può insorgere già dall'adolescenza e in età giovanile con picchi che vanno tra i 14 e 30 anni. Ma se non curata in tempo, può perdurare, con conseguenze davvero spiacevoli.

Un nuovo test per la diagnosi prenatale

Una bella notizia: con un nuovo esame del sangue sarà possibile cambiare la prognosi neonatale. Finalmente, da gennaio di questo nuovo anno,  arriverà anche in Italia,  un nuovo test detto DNA libero che permetterà con un solo prelievo del sangue di scoprire in tempo, l'eventuale Sindrome Dawn e altre alterazione cromosomiche del feto. Insomma una vera conquista per la donna che non sarà più costretta a sottoporsi a test invasivi e comunque con un margine di rischio, quali l'amniocentesi o villocentesi, che a mio avviso ( ma è un parere del tutto personale, non assolutamente medico!) è sempre meglio non fare.
Ora, finalmente a due anni di distanza dagli USA (dove era già in vigore dal 2011), anche le donne italiane possono beneficiare di questo nuovo test, che tra l'altro,  pare sia di altissima affidabilità.
Con un semplice ma efficace prelievo del sangue, sarà possibile individuare la Trisomia 21 (quella responsabile della sindrome down) ma anche le altre alterazioni, quali la Trisomia 18 e la Trisomia 13, rispettivamente la sindrome di Edward e la sindrome di Patau.
Per ora esistono solo 6 laboratori al mondo in grado di svolgere queste analisi; pertanto alcuni dei laboratori italiani che dispongono del kit per il prelievo dovranno poi spedire tale materiale biologico da analizzare.
Siamo di fronte ad una svolta davvero importante per la ricerca, soprattutto per l' Italia dove si registra ogni anno, un gran numero test prenatali effettuati dalle donne.
La cosa importante, una volta che il test sia commercializzato, è quella di essere sempre seguiti da un ginecologo o laboratorio di fiducia che possa spiegare alla neo-mamma, i limiti di ciò che si sta facendo. Anche perché, ed è impossibile non ammetterlo, esiste sempre un margine di "falsi positivi" per cui è assolutamente sconsigliata l'interpretazione dei risultati e la ricerca di test non garantiti.

La Sindrome di Peter Pan

Il termine Sindrome di Peter Pan, fu utilizzato per la prima volta da uno psicologo della scuola di Jung, Dan Kiley il quale identificava in tale termine gli uomini che hanno paura di crescere, riferendosi al personaggio teatrale e fiabesco di Peter Pan, l' eterno ragazzino.
Quindi la sindrome di Peter Pan è quella condizione psicologica dove un adulto continua ad avere un comportamento infantile senza responsabilizzarsi. Se da un lato vi è una crescita, fisica ed intellettuale, dall'altro il suo cuore continua a restare
bloccato nell'infanzia. Non è considerata una vera e propria malattia mentale, ma piuttosto un cattivo funzionamento della psiche che col tempo potrebbe anche sfociare in un atteggiamento depressivo.

Dove trascorrere la Notte di Halloween

La notte di Halloween si sta per avvicinare. Cosa c'è di più suggestivo che trascorrere questa festa Horror in un Castello? A questo proposito vi darò dei suggerimenti, per come divertirvi nella notte più paurosa dell'anno.
Se abitate al Nord, non potete mancare dal festeggiare Halloween nei Castelli fra Parma e Piacenza. Questa zona dell' Italia è particolarmente nota questa sua caratteristica. Ve ne segnalerò alcuni, dove so per certo, che organizzano delle feste molto carine.

Giovedì 31 ottobre, il Castello di Gropparello si trasforma nelle Notte delle Streghe. La Taverna Medievale si arricchisce di un gustoso banchetto da gustare fra maghi, streghe e fattucchiere. Ci sarà anche la votazione per l'abito stregato più bello, che sarà premiato dalla Regina con il suo Scrigno magico.

Al Castello di Rivalta, invece ci sarà la serata Ghost Hunting Night, con una visita guidata su attività paranormali e leggende sui luoghi più significativi del castello. Sarà davvero una visita "Horror" tra stretti passaggi e luci soffuse di candele. Avvertirete la presenza degli spiriti e ne sentirete il loro lamento.

Alla Rocca Viscontea di Castell'Arquato, Pc, la festa sarà a tema: Il Diavolo nell'Alambicco. Visita con animazione alla Rocca e brindisi con i vini piacentini, tra fantasie horror, dolcetti o scherzetti. Una misteriosa figura si aggirerà nel borgo....

Infine se avete voglia di trascorrere qualche giorno in più, allora alla Residenza d'Epoca Torre Del Borgo, vi aspetta un viaggio avventuroso tra i castelli incantati. Da qui partirete per scoprire le Fortezze d'epoca Viscontea, con una sosta a Vicolo Marchese per visitare il Battistero dei templari e l' Abbazia del 1008. Potrete visitare aziende agricole del luogo e degustare prodotti tipici del luogo.

E per i bimbi?
Alla Rocca Viscontea dei Castell'Arquato e all' Enoteca Comunale, vi sarà Sweet Halloween, un Laboratorio di decorazione di dolcetti; qui i cuochi della corte vi delizieranno nella preparazione di squisiti e terrificanti dolcetti, che piaceranno sicuramente ai vostri bimbi.

Ed infine tante ludoteche e spazi bimbi organizzano feste a tema Halloween, per far divertire i bambini e i grandi.




Le sculacciate rendono i bambini aggressivi: vero o falso?

Sto per scrivere, anzi riflettere su una notizia che circola in rete già da un po: le sculacciate fanno male. Vero o falso? Da madre, pur non essendo d'accordo con la sculacciata, non posso negare che a volte ci scappa...! 
Da professionista del sociale, ho sempre bandito questa pratica, ponendomi una serie di dubbi. Ma oggi, non esistono più dubbi che tengano; a confermarlo sono i dati provenienti da una recente ricerca americana, che hanno fatto emergere quanto sto per dirvi: le sculacciate fanno male, non solo fisicamente. Lo studio, portato alla luce da  alcune università americane hanno dimostrato che le punizioni corporali generano nei bambini (dai 3 ai 5 anni) un comportamento anti-sociale triplicato rispetto al normale. Il che vuol dire che un bambino sculacciato è tre volte più aggressivo rispetto ad un altro che ha subito una punizione non corporale.  Lo studio americano, pubblicato sulla rivista Pediatric, è stato effettuato su un campione di 1900 bambini che veniva sculacciato dai genitori in media 2 volte a settimana. All'età di 5 anni ed in concomitanza con l'entrata nella scuola elementare, si è evidenziato che tali bambini avevano un comportamento più aggressivo della norma, un vocabolario di termini ridotto e capacità di linguaggio inferiore alla media. Questa cosa era più evidente nei bambini sculacciati almeno 2 volte a settimana dalla figura materna. 
In Italia la situazione non è certamente migliore dell' America; infatti qui da noi, il 27% dei genitori ricorre allo schiaffo e per fortuna, solo il 5% di questi, lo fa in maniera continuativa (tutti i giorni). Le conseguenze di questo gesto sono principalmente due: il bambino sviluppa comportamenti aggressivi (pensa che questo sia il modo giusto di comunicare e confrontarsi) oppure si deprime. 
Insomma, ormai è chiaro ed anche dimostrato che punire fisicamente un bambino non comporta nulla di buono, anzi otteniamo esattamente l'opposto. E comunque, pur senza dover ricorrere alle ricerche americane, non è bello mortificare un bambino con una punizione corporale, meglio sicuramente il dialogo, che deve comunque essere commisurato all'età del piccolo. Lo so, che i bambini spesso ci fanno perdere la pazienza, ma non è possibile che siamo noi genitori, troppo stressati e quindi particolarmente suscettibili dinanzi a certi comportamenti?